PALAZZO DI CITTÀ E TEATRO MILLICO

In uno con il teatro, i lavori della casa comunale furono ultimati nel 1845 quando si trasferirono gli uffici e le funzioni di rappresentanza sino ad allora ubicati presso l’ex complesso conventuale dei Minori Osservanti. Particolarmente elegante la sala delle riunioni che presenta sotto la volta varie pitture allusive alla città, opera del 1914 del pittore locale Giuseppe De Sario. Il grande dipinto centrale raffigura l’allegoria dell’Italia turrita seduta su nubi, che poggia il braccio sinistro sullo stemma sabaudo in omaggio alla dinastia regnante, mentre regge un cartiglio con la scritta ROMA. Alcuni putti recano altri simboli allusivi alla gloria, alla forza, mentre in basso due altri putti recano in volo lo stemma comunale. Lungo le pareti laterali sono collocati, insieme agli stemmi delle tre capitali d’Italia (Torino, Firenze, Roma), i medaglioni con i ritratti di figli illustri di Terlizzi. La tradizione teatrale di Terlizzi, che nel corso dei secoli aveva avuto come luoghi della rappresentazione i palazzi arcipretile, de Paù e ancora per il trattenimento pubblico, gli ampi spazi interni al Castello, trova nel XIX secolo la propria consacrazione nel bell’edificio che si iniziò ad edificare, con esplicita duplice funzione di teatro e casa comunale, su progetto dell’architetto Nicola Scodes (1836) sul luogo dei vecchi mulini, detti “centimoli”. Nel maggio del 1829 il Sottointendente di Barletta, in un rapporto steso a seguito di una sua visita a Terlizzi aveva biasimato lo stato della sala teatrale presso l’antico castello, “Una stalla che minaccia rovina”, ed auspicato per il pubblico terlizzese, “assai pulito e civile”, un teatro degno di tale nome.